giovedì 20 settembre 2007

pubblicità regresso

giudizio: tutto, prima o poi, si sporca.
Sul sito di Radio popolare, nella pagina degli inserzionisti, si dice: "l'indice di fedeltà del nostro ascolto è altissimo e il nostro pubblico si fida dei messaggi che mandiamo in onda. Una prova? Ogni giorno rispondiamo a molti ascoltatori che ci chiedono l'indirizzo o il contatto dei nostri inserzionisti pubblicitari". Allora io penso alla cometa della gioielleria Mosele, piuttosto che al ruttino solidale di Garabombo o anche, ma con la voglia di mangiare la testa a qualcuno, alla cacchiobimba dei buoni della coop. Da un po’ di tempo a questa parte, però, quando la sveglia suona alle 6.30 mi capita di sentire qualcuno che mi dice che devo passare a Tim, che la nuova Volkswagen è fichissima, che fare la benzina all’Agip e più bello e io mi chiedo chi mi ha spostato la frequenza da quella di Radio popolare. Oppure, meglio, mi chiedo dove sia e cosa sia Radio popolare. Nel frattempo, per meditarci meglio, ho disdetto l’abbonamento.

8 commenti:

gnappolo ha detto...

a Bologna, Radio Città del Capo si crogiola nel compiacimento di poter interrompere, alle 810, la rassegna stampa nazionale per mandare 20 minuti di musica. Finora mi svegliavo sempre un po' prima, per poter cambiare canale prima del fatidico momento... ma ora sto dritto su altre frequenze, e grazie all'attaccamento degli ascoltatori!

Anonimo ha detto...

[mode Massimo Rebotti on]
i grandi inserzionisti sono quelli che sganciano di più, e che ci consentono di continuare ad essere una radio libera anche a fronte di un numero limitato di abbonamenti
[mode Massimo Rebotti off]

Anonimo ha detto...

lo slogan di errepì è di essere libera, ma libera veramente.
rispetto al socio pazoozo e alle questioni pubblicitarie, io sono rimasto sbalordito da come è stato affrontato il dopo v-day dai giornalisti in radio, uniformati al resto dell'informazione apparsa su tv e giornali. sono apparsi anch'essi servi del potere e dei partiti: una grande delusione.
quindi presto disdico il mio annuale abbonamento alla radio.
libera, ma libera veramente...da me.

trofimov ha detto...

con gli anni la mia possibilità d fruire della radio si è ridotta, principalmente, alla rassegna stampa, ai GR mattutini e poco altro. Le questioni sollevate sono peraltro annoso oggetto di tutte - ma proprio tutte - le tormentose campagne abbonamenti. Non ho seguito la copertura del v-day (sul quale peraltro ho forti perplessità) e, lungi da me ergermi a difensore di RP, pur non condividendo tutta la linea editoriale, allo stato attuale rimane - a mio parere - una delle poche fonti d'informazione ancora poco allineate

Anonimo ha detto...

in realtà, "se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente" è mio, altro che radio popolare...

enriquez ha detto...

Il male che ci affligge in modo assillante di questi tempi, e per me in modo abbastanza ripugnante, è lo sfruttamento dei moti ideologigi per fini pragmaticamente assai poco ideologici (quando va bene) o assolutamente mercantili (quando va meno bene). RP non fa poi molta differenza.... a me quello che urta in modo ulteriore in RP è la boria durante le campagne di abbonaggio!! Vabbe, non sono abbonato, ma se non ci fossero migliaia di persone che ascoltano senza per forza essere dei finanziatori,COLCAVOLO CHE GLI INSERZIONISTI PIU' GROSSI sgancerebbero la grana, detto per inciso. Allora delle due l'una: o si vuol fare gli ideologi puristi e si accetta di stringere la cinghia,o anche di essere ridimensionati, dalla penuria dei sostenitori, oppure ci si piega, anche se solo a 45 e non a 90 gradi, alla logica del mercato; però allora bisogna mollare il tono moralista, spece negli abbonaggi! Ancheperchè, siete proprio sicuri, voi di RP, di fare davvero davvero l'informazione controcorrente tutti soli? con tutto il bene che vi voglio, vi ho sentito spesso piuttosto allineati su tante notizie...
Nonostante ciò continuo ad ascoltare RP e a volerle bene, soprattutto quando verso le 17 nel traffico mi aiuta a fare "Mente Locale!!"

trivigante ha detto...

Non sono del tutto d'accordo. Spiegomi: io voglio che RP sia sul satellite, voglio che si senta in streaming, voglio che mandi inviati nelle remote steppe della russia, voglio che faccia informazione a tutto campo e tutto il resto. A me, francamente, importa relativamente delle scemenze della Moratti o di Prosperini. Se si riducesse a una radio semi-locale, probabilmente non l'ascolterei. E, allora, i mezzi sono due: o una valanga di sovventori/soci, oppure pubblicità. Agli ascoltatori, o gli frantumi i cabasisi oppure non sganceranno mai nulla. E la pubblicità che paga è quella dell'Agip, non quella della gioielleria Mosele. Peraltro, si distinguono benissimo le pubblicità in qualche modo sostenute dalla radio da quelle, come dire, di opportunità. Quindi, io sostengo lo sviluppo e la ricerca, in qualche modo, di fondi per proseguire un discorso aperto trent'anni fa. I contenuti e l'approccio alla cronaca politica, credo, sono discorsi differenti, ove ognuno valuta come crede.

enriquez ha detto...

non sono neanche io del tutto daccordo con quello che ho detto... in nocciolo del discorso che mi premeva fare è che, va bene spingere sugli abbonaggi, anche rompendo un pò i capasici, ma non disprezzerei la valanga di ascoltatori non paganti, grazie ai quali si attirano gli inserzionisti che permettono di mettere in sesto un palinsesto più ricco. Il problema è che convivendo sia la formula più idealista dell'abbonamento che quella più pragmatica della pubblicità, c'è bisogno di molta tolleranza da ambo le parti, cosa che a volte mi sembra scarseggiare nei toni usati in radio....
L'altro discorso che facevo è che è pur vero che RP fornisce in molte trasmissioni ottimo materiale originale dai suoi inviati, così come è altrettanto vero che in diverse occasioni ho avuto difficoltà a distinguere la qualità del GR da quello di altre radio... eterni servizi sul caso di cronaca nera del momento con l'intervista allo psicologo a al passante che la commentano, ecc.. insomma vedo luci ed ombre anche in questa che è per me, comunque, una preziosa compagna in tanti momenti della giornata

 
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