lunedì 1 settembre 2008

La coca cola

giudizio: in 1996 battute.
Esiste un fil rouge che lega il cartello colombiano della cocaina e il Parlamento Federale Indiano, la CIA e i nutrizionisti, Vasco Rossi e i sindacalisti guatemaltechi, le fortune dei Bush e lo scandalo Telecom-Sismi, un fantomatico produttore in Indiana e l'osteoporosi femminile? E ancora: come narrano leggende ormai secolari, esiste un prodotto che, allo stesso tempo, smacchia il sangue dalle magliette, scioglie un'intera bistecca di manzo, toglie il chewingum dai capelli dei pargoli, neutralizza il veleno di una medusa, leva la ruggine dai bulloni ossidati? La risposta, singolare e laconica allo stesso tempo, è: "Sì, la Coca Cola" e si intenda qui sia la bibita gasata sia la perfida multinazionale. Ed è in questa sofisticata distinzione, l'innocente bevanda dalle bollicine sbarazzine da una parte e la fabbrica malvagia che, si dice, disfa governi e acquisisce droga dall'altra, che sta tutta la magia: nessuno, mai, riuscirà a colmare la distanza, concettuale e concreta, tra la prosperosa pin up che invita alla molle digestione e il distributore automatico che operai desindacalizzati hanno portato in luoghi in cui l'uomo bianco nemmeno si sogna di andare. Troppo sovradimensionata l'azienda per non incappare in soprusi e reati di varia natura, troppo diffusa e accessibile la bibita per non finire, almeno una volta, sul tavolino di una festa delle medie. E se il consumo di Coca Cola è da sempre trasversale, da destra a sinistra senza distinzione, anche il rifiuto di essa, simbolico e ideologico, non conosce frontiere: dall'invito a consumare l'italico e fascistissimo chinotto ai CCCP, che le dedicarono ironicamente la copertina di un album doppio. Sebbene i trionfi dei gasati anni Ottanta siano un ricordo lontano, il primato non è in discussione: impossibile per i rivali spodestare la Coca Cola, tuttora insostituibile persino in alcune discipline sportive, come testimoniano soddisfatti i partecipanti al Campionato italiano di rutto parlato e cantato di Reggiolo.

1 commento:

gnappolo ha detto...

Per portare le tue parole verso il tabù della "Recensione quasi positiva" (sorpresona!) aggiungerei, smentendoti che a me la Coca Cola Company con tutte le sue porcate mi è sempre stata sul gargarozzo (innanzitutto perchè da un po' fanno, anche loro, il chinotto!).
Ma la cocacola mi è sempre piaciuta. Anche se non ne ho mai bavuta tanta. Ma, forse per senso di colpa occulto, non ne ho mai bevuta quanta veramente avrei voluto...

 
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