lunedì 18 febbraio 2008

la neve dove uno non se l'aspetta

giudizio: περβακκο!
Sotto la pergolina, con il bicchiere di ouzo nella destra e la fetta di feta nella sinistra, discorrendo di filosofia, ovvio, i partenonidi si sono scoperti sotto la neve, ieri. Ed hanno esclamato di certo: "περβακκο! καζζαρολα!".
Che meraviglia quando nevica dove non dovrebbe, che per due centimetri di neve le città vanno in tilt, le scuole chiudono per sempre, il governo decreta lo stato di emergenza, le persone si scoprono sprovviste di mon-boot infradito ma escono tutti di casa lo stesso, per vedere da vicino la neve. E noi, lontani, tutti qui a fare: "oooh, nevica ad Atene!".
Nei nostri bar, gli uccelli del malaugurio attaccano la tiritera che il clima sta cambiando (ma non doveva fare caldo?), ma nulla capiscono, è solo neve e serve a fare le palle, non tutti ce l'hanno. Tutti prima o poi vedono piovere dal cielo la pioggia, il sole, la grandine, le rane, gli aerei da caccia americani, i satelliti russi, ma la neve non è detto. Ed è fantastico, e appropriato, battere le mani contenti e dire: "oooh, nevica ad Atene!". Viva la neve dove uno non se l'aspetta, viva tutte le cose che uno non si aspetta, viva il disordine e viva le sorprese. Che, in questo caso, si piglia la slitta e quasi ci si scorda dei colonnelli.

2 commenti:

trivigante ha detto...

e a ulteriore godimento, istanbul, il giorno dopo

enriquez ha detto...

Siii!!! evviva le cose che non ti aspetti, quando non te le aspetti, come non te le aspetti! Evviva soprattutto quando una volta tanto non sono una tragedia, un aereo che sbuca fuori e polverizza un quartiere, un furbone che sparisce con i soldi di una migliardata di poveracci, un cazzo di esame del sangue fatto per un prurito lì e che ti decreta che dopodomani non sei più li; o forse va bene anche quando è così, perchè la tragedia più grossa è quella di vivere una vita pensanndo di poter progettare tutto come ci pare.

 
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