giudizio: maneggiare con cautela
Prendete: un protagonista bianco, con alle spalle una delusione amorosa, emarginato dalla vita, ma con uno spiccato senso del dovere, meglio se dedito all’alcol; una femme fatale conturbante, dalla forte carica sessuale, ma con una spiccata propensione al raggiro del Nostro; uno (o meglio due) killer efferati, privi di scrupoli, sadici e dalla forza sovraumana; una spalla (un parente o un miglior amico) che debba ficcarsi nei guai, o aiutare il nostro a uscirne. A piacere aggiungere un
pizzico di tutore della legge razzista e un pugno di comprimari, brillanti o inetti alla bisogna. Ponete il tutto nel caldo umido della provincia reazionaria del Texas orientale. Infarcite con linguaggio scurrile (ma, in verità, mai fine a se stesso), dettagli raccapricianti sulle pratiche del/dei killer di cui sopra, abbondanti dosi di sesso. Lasciate a rosolare in dialoghi serrati quanto efficaci, per 200 pagine circa. Avrete così pronto un romanzo à la Lansdale. Per carità, se piace il genere pulp, è davvero gustoso e “va giù che è un piacere”.
Però, anche mangiare aragosta tutti i giorni alla lunga un po’ stufa…
Prendete: un protagonista bianco, con alle spalle una delusione amorosa, emarginato dalla vita, ma con uno spiccato senso del dovere, meglio se dedito all’alcol; una femme fatale conturbante, dalla forte carica sessuale, ma con una spiccata propensione al raggiro del Nostro; uno (o meglio due) killer efferati, privi di scrupoli, sadici e dalla forza sovraumana; una spalla (un parente o un miglior amico) che debba ficcarsi nei guai, o aiutare il nostro a uscirne. A piacere aggiungere un
pizzico di tutore della legge razzista e un pugno di comprimari, brillanti o inetti alla bisogna. Ponete il tutto nel caldo umido della provincia reazionaria del Texas orientale. Infarcite con linguaggio scurrile (ma, in verità, mai fine a se stesso), dettagli raccapricianti sulle pratiche del/dei killer di cui sopra, abbondanti dosi di sesso. Lasciate a rosolare in dialoghi serrati quanto efficaci, per 200 pagine circa. Avrete così pronto un romanzo à la Lansdale. Per carità, se piace il genere pulp, è davvero gustoso e “va giù che è un piacere”.
Però, anche mangiare aragosta tutti i giorni alla lunga un po’ stufa…
4 commenti:
Devo sottolineare che, utilizzando quasi tutti gli ingredienti suggeriti e nel modo descritto, a me è venuta una biografia di George W. Bush e del suo governo. Dove ho sbagliato?
Ma alla fine vincono i buoni?
Non saprei, se vincono i buoni (il protagonista) o i cattivi (l'orbe terracqueo). Ecco, però, come finisce: G.W. Bush nel novembre 2008, finalmente emarginato anche dalla vita politica e non solo dalla vita vera, tornerà a darsi liberamente all'alcool nel reazionario Texas orientale. Non è esclusa la possibilità che torni a fare il tutore della legge razzista. La spalla, il fratello Jeb, dopo averlo salvato quattro anni prima, tenterà di uscire dal ruolo di comprimario-spalla non riuscendovi e passando direttamente da governatore della Florida a pensionato in Florida. I due killers efferati (Rumsfeld e Rice), sadici, resteranno in giro offrendosi come le banderuole si offrono. La femmina fatale, la bibliotecaria jena Laura, lascerà l'alcolista depresso, si metterà con Jean Claude Van Damme (la forza sovraumana) e lascerà G.W. Bush strozzarsi con i salatini.
Il resto del mondo, noi, Iran e chiunque altro, non conta, in questo romanzo pulp.
Enzio lo sa, io sono un Lettore di Lansdale (ma non del genere "à la") e mentre lo leggo godo sempre come una scimmia, e ancora non mi sono stancato di aragosta a colazione...
Alcuni romanzi ripubblicati a ritmo incalzante negli ultimi anni in Italia, che siano di "Hap&Leo" o no, sono effettivamente come dice Enzio quelli che determinano un "genere alla lansdale".
Certo è che se dovessi salvare una mia personale selezione di tutta la sua opera scarterei gli ottimi "in fondo alla palude" e "Freddo a luglio" e terrei i meno "à la lansdale" di tutti, o meglio i più pulp: "Drive In" e "Maneggiare con cura" (racconti).
Una critica mirata va alla scarsa fantasia dei grossi calibri editoriali: Stile Libero Einaudi ci marcia - specie su Lansdale - un po' troppo, mentre tanto di cappello a Fanucci (che infatti riesce ad invitare il sig. Lansdale quasi ad ogni uscita!).
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