giudizio: almeno uno ogni tanto.
Un paio di giorni fa stavo viaggiando sul mio cavallo metallico, la motoscurreggetta, per tornare a casa. Cuffiette nelle orecchie (non fate quella faccia, lo so che non si dovrebbe, ma quasi un'ora di viaggio me la dovrò pure fare passare), me ne andavo tranquillamente per le vie di Milano. Due auto davanti a me, la prima frena bruscamente e la seconda di conseguenza. Anche io pinzo le ruote ma, purtroppo, quella dietro si blocca e, scivolando sull'asfalto, vado addosso all'auto davanti a me. Nulla di grave, anche perché sono riuscito a parare un po' il colpo appoggiandomi con la mano. Ma un piccolo botto c'è stato. L'auto davanti a me si ferma e io pure. Scendo dallo scuter sperando che l'autista sia una persona tranquilla, notando che la targa è svizzera. In effetti ci salutiamo con un pacifico buonasera e constatiamo i danni. Il mio scuter non ha nulla, mentre l'auto ha un piccolo gibollo e un paio di segni che, però, vengono via semplicemente leccando la carrozzeria. Chiedo allo svizzero cosa vuole fare e lui propone: "mi dai i tuoi dati, io faccio riparare il danno e ti mando il conto". Forse lui ha un amico che, per una modica cifra e con un coltellino svizzero, gli sistemerà l'auto, ma a me non pare una grande idea e vado a proporre una constatazione amichevole.
Prima espressione stercofatta dello svizzero. Gli leggo negli occhi persi nel vuoto che non sa di cosa stiamo parlando e, allora, glielo spiego.
Seconda espressione ancora più stercofatta dello svizzero. Vedo chiaramente nel suo sguardo la preoccupazione di affrontare l'odissea di pratiche da sbrigare con un sistema italiano che, evidentemente, lo terrorizza. Ma lui è svizzero e mantiene una civilissima calma, mi stringe la mano e dicendo "la vita va avanti", se ne va.
A questo punto lo sguardo stercofatto viene a me. Siamo a Milano, perdio, qui siamo dei pazzi furiosi e, in realtà, dovrei inseguirlo subito, sorpassarlo a destra e mandarlo affanculo. Ma non lo faccio e, anzi, avrei dovuto offrirgli una bella cioccolata calda. Bisognerebbe sempre avere a che fare con gli svizzeri in queste situazioni. Quanto sono bravi gli svizzeri e come cantano bene.
giovedì 15 novembre 2007
Il botto con lo svizzero.
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Pubblicato da pazoozo alle 19:07
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10 commenti:
Beati i puri di cuore!
Perchè invece una stercofatta dentro come la sottoscritta avrebbe subito pensato che lo svizzero (seee...) contemplava l'ummaumma come unica possibilità solo perchè votato all'anonimato in quanto mafioso, o parente di mafiosi, o affine a mafiosi, o fiancheggiatore di mafiosi, o contiguo a mafiosi, o compare di mafiosi, non so se ho chiarito il concetto.
Ma davvero gli svizzeri cantano bene?
Per il futuro, in caso di collisione con oggetto svizzero, io sconsiglierei di leccare la carrozzeria per rimediare i danni. Infatti, nonostante sia svizzero, le loro auto non sono di cioccolata.
Nello specifico, mi immagino la tua faccia mentre esplicavi la natura intrinseca dello strumento "constatazione amichevole", mostrandone i pregi e l'indiscutibile utilità a uno che ti guardava probabilmente come si guardano gli animaletti che stanno sotto le pietre e scappano quando le sollevi. Questa la prendiamo e la portiamo a casa, tutti noi.
Io con la svizzera vorrei non confinassimo nemmeno, ma la terra delle banche ha comunque i suoi pregi (oltre ad ospitare i soldi della mafia, inteso, 90euromiliardi):
1. Le mucche viola 2. I suonatori di corno svizzero 3. l'Eiger e tutta la letteratura connessa 4. La più brutta fontana del mondo, puntata verso il cielo.
Tra i difetti svizzeri ho invece sempre annoverato i conducenti, anche quando non si presentano su macchine più ridicole della loro miglior fontana. E comunque, caro Pazoozo, vorrei saper calcolare la probabilità di sinistro con conducente svizzero. E' bello pensare che se è successo a te, tutti i mostri del blog ne saranno immuni per 4 o 5 secoli! grazie per il tuo sacrificio (compreso spiegare ad uno zotico come funziona tra persone civili!)
A me, per ragioni personali, a sentir parlare degli svizzeri mi viene l'orticaria al sacchetto scrotale. Però non posso che calarmi il cappello di fronte a tanta educazione, e vorrà dire che eviterò di insultare almeno i prossimi 5 automobilisti con targa del Ticino che mi si pareranno davanti.
Per quanto mi riguarda condivido l'atteggiamento dicotomico (dico che?) di djenzio, che però in me è esasperato fino alla pura schizofrenia.
Perchè l'avversione per la Svizzera, nel senso di tutto il peggio che rappresenta, è in grado di scatenare i miei più brutali istinti (altro che orticaria...).
Salvo che poi mi vengono in mente due nomi: Max Frisch, e Friedrich Duerrenmatt. E allora mi trasformo in un angioletto traboccante di gratitudine, la mia espressione si fa beata, e non ci sono più per nessuno.
Eddai, mettiamoci anche Le Corbusier... poi basta, però, lotta dura contro gli svizzeri.
non so, ma se ci fosse un posticino anche per Peter Bichsel... (no, basta, non se ne può più di svisseri, stop!
Trivigante mi richiama all'ordine e ha ragione. Devo spiegare perché ho scritto che gli svizzeri cantano bene.
La spiegazione si può trovare qui: http://www.trivigante.it/musica/recens/110.carlab.htm
Nelle recensioni dei dischi delle cantanti che smuovono gli ormoni miei o di trivigante (non ricordo se anche gnappolo), si usa dire, appunto, "ma come è brava, come canta bene".
Ecco.
Non che lo svizzero mi smuovesse gli ormoni, sia chiaro.
E' che, mentre eravamo lì, è passata Carla Bruni e mi ha distratto.
La prima volta che ho sentito Carla Bruni cantare Il cielo in una stanza mi è sembrato che le avesse tolto qualcosa.
Dieci secondi, e ho pensato che aveva spazzato via un po' di wafer per far emergere tutto puro cioccolato fondente. Svizzero, se volete, così chiudiamo il cerchio pazooziano...
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