giovedì 29 marzo 2007

il flauto traverso

giudizio: due giorni in una stanza per ibernazione
In tutte le sue declinazioni, da Gazzelloni al progressive, dal saggio del conservatorio al matrimonio agghiacciante con imbelle quartetto da camera, il flauto traverso dà un'incomparabile sensazione di latte alle ginocchia, vien voglia di uccidere e di fare, insieme, la comunione.
Uniche eccezioni a quanto detto, alcuni pezzi dei Jethro Tull e il flauto Hohner di plastica dritto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sento sdoganata! Anch'io non ho mai potuto soffrire il suono del flauto, fatto salvo qualche pezzo di Jan Anderson... Con due distinguo, però rispetto a Trivigante: primo, schifo anche il flauto diritto e secondo, mioddììo, uccidere noo! (tantomeno fare la comunione: al suono del flauto vomiterei anche l'ostia). Vogliamo mettere, con una sana tortura..? Sarà che praticamente è un tutt'uno, pensare alla forma del flauto, e ad infilargl... insomma! non vedo alternative: supplizio od orifizio. E già che ci siamo vado a dichiarare, consapevole di mettermi contro
gli -a occhio e croce- 11/12 del mondo, che non ho mai sopportato neanche la "chitarra classica" (assonanze fonetiche e concettuali con Segovia accomodarsi).
Aahhh... l'ho detto!

 
mostri sono passati di qui