domenica 22 marzo 2009

Ancora (parole e) musica

giudizio: abbasso Sarkozy, vive la France!
Ho da poco scoperto un e una cantanti-autori francofoni che mi hanno folgorato.
1. Maxime Le Forestier. Canta dai primi anni '70, tra l'altro anche Brassens, e mi piace soprattutto ai due estremi della sua tavolozza: quello tenero-ironico, in cui racconta, per dire, ("Fontenay-aux-roses") cosa pensa spiando ogni giorno le ragazze di un collegio "à l'angle de ma rue", e confessa alla fine di essersi, per la prima volta, "innamorato di tutto un pensionato". E quello politico: corrosivo e impietoso. Ma, ad esempio in "Parachutiste" (tipica, miserrima parabola umana e professionale del "parà"), al riparo dall'enfasi sotto una struttura minimale, uno stile a bassa voce; e con quella parola, parachutiste, ripetuta alla fine di ogni breve strofa con apparente leggerezza, al più blandamente canzonatoria... ma vetriolo puro. (Entrambe in "Essentielles", del 1979).
2. Linda Lemay, canadese del Québéc. Una in cui gli estremi mi sembrano schizzare ad una potenza inimmaginabile. Esempio, il CD "Live" del 1999, che contiene "Chérie, tu ronfles", quasi cabaret su un marito che russa... insieme a "Ceux que l'on met au monde", una roba incredibile, una mazzata da tramortirvi mentre non riuscite a trattenere le lacrime, sul tema della nascita di un figlio con handicap mentale: assolutamente più esaustiva, secondo me, di un trattato sull'argomento. E di temi che hanno l'impatto di un pugno nello stomaco, per come sono affrontati e approfonditi (approccio totale "testa e anima", e poi via, senza freni e senza reticenze), ce ne sono abbastanza da stordirvi anche in "Les lettres rouges", del 2002. Ma pure qua non manca nè l'ironia, nè la comicità, vedi "J'aime la pe^che" ("e" molto larga e altrettanto lunga, da irresistibile presa in giro), o "Bande de dégonflés" e "Bande de dégonflantes", disamina, se così si può dire, di ben circostanziate disfunzioni erettili maschili, e della loro possibile causa. Sempre con deliziosi intermezzi parlati in cui è impossibile restare seri (anche questo infatti è live: un concerto all'Olympia). Poi però, e se siete seduti è meglio... arrivano: "Maudite prière", sull'aborto: mon Dieu j'suis dans la merde, j'ai besoin de vous tout de suite: pourriez- vous me faire perdre le bébé qui m'habite (e poi si scopre che ha già tre figli, ed è depressa...). "La centenaire": j'ai eu cent ans hier, mais qu'est-ce qu'elle fait, la mort..? (come dire: ho compiuto cent'anni, sarebbe ora che la morte arrivasse, non desidero altro, ormai... e ve ne spiego tutti, ma proprio tutti i perchè, mentre vi racconto la mia lunga vita. Morale: "je suis encore avide, mais il n'y a plus rien à mordre"). "Donnez-lui la passion": straziante preghiera della Lemay, ogni volta che sale su un aereo, nel caso dovesse morire quando la figlia è ancora piccola; ovvero la passione come requisito indispensabile per crescere, per vivere... e come darle torto. "Va rejoindre ta femme", e questa è una gragnuola, di pugni allo stomaco: una prostituta lo dice al camionista che è appena stato con lei. Un altro trattato. Che di notevole ha, ancora una volta, l'assoluta e direi esaustiva dovizia di particolari, non importa quanto scabrosi, propri del tema; resi però con assoluta sobrietà, e anche qualche qualità -secondo me- letteraria. "Les deux hommes" parla invece di una coppia di uomini che adotta un bambino, e anche di questa strana e difficile situazione mi pare che i possibili elementi ci siano tutti; ma vissuti, non solo orecchiati o pensati. Lascio per ultime alcune frasi più leggere ma ugualmente significative, credo, tratte qua e là da "Un homme de 50 ans" (quello che lei sta cercando) e tradotte più o meno in italiano: cerco un uomo di 50 anni che ha sognato tutto, e tutto ha perduto... che ha avuto tutto, e tutto ha restituito... un uomo che è già piaciuto, e ha già deluso... che è sopravvissuto... che ha già fumato tutto, bevuto tutto, conosciuto tutto di una donna nuda... un uomo che sa quel che non può dare, e quel che il tempo non può guarire... un uomo che la verità non fa più fuggire... che ha il coraggio di non mentire su quei fottuti dei suoi sentimenti... cerco un signore di 50 anni che non si prende più sul serio... un uomo non troppo solido, perchè tanto nessuno lo è, mai... E per finire non posso tacervi che quest'enciclopedia vivente dei sentimenti, delle voragini e delle risate, oltre che una bellissima voce ha pure un viso incantevole, e degli occhi da... mazzata finale. Acqua freschissima e braci ardenti, insieme.
Grazie Le Forestier, grazie Lemay. E grazie a Michel e a Sophia per avermeli fatti conoscere.

2 commenti:

gnappolo ha detto...

Tu avais juste dix-huit ans quand on t'a mis un béret rouge
Quand on t'a dit : "Rentre dedans tout ce qui bouge."
C'est pas exprès qu' t'étais fasciste, parachutiste.
Alors, de combat en combat, s'est formée ton intelligence.
Tu sais qu'il n'y a ici-bas que deux engeances :
Les gens bien et les terroristes, parachutiste.
Puis on t'a donné des galons, héros de toutes les défaites
Pour toutes les bonnes actions que tu as faites.
Tu torturais en spécialiste, parachutiste.
Alors sont venus les honneurs, les décorations, les médailles
Pour chaque balle au fond d'un cœur, pour chaque entaille
Pour chaque croix noire sur ta liste, parachutiste.
Mais, malheureusement pour toi, bientôt se finira ta guerre :
Plus de tueries, plus de combats. Que vas-tu faire ?
C'est fini le travail d'artiste, parachutiste.
C'est plus qu'un travail de nana d'commander à ceux qui savent lire
Surtout qu' t'as appris avec moi ce que veut dire
Le mot " antimilitariste ", parachutiste.
T'as rien perdu de ton talent, tu rates pas une embuscade
Mais comme on n'tire pas vraiment, tu trouves ça fade.
C'est pt'êt pour ça qu' t' as les yeux tristes, parachutiste.
Mais si t' es vraiment trop gêné d'être payé à ne rien faire
Tu peux toujours te recycler chez tes p'tits frères.
J' crois qu'on engage dans la Police, parachutiste.


Versione italiana di Riccardo Venturi (2001)

PARACADUTISTA
Avevi giusto diciott'anni
Quando ti han messo un berretto rosso,
Quando t'han detto: "Stendi
Tutto quel che si muove."
Non l'hai fatto apposta a esser fascista,
Paracadutista.

Allora, di battaglia in battaglia,
S'è formata la tua intelligenza.
Tu sai che quaggiù
Non esiston che due razze:
La gente perbene e il terrorista,
Paracadutista.

Poi t'hanno dato dei galloni,
Eroe di tutte le sconfitte,
Per tutte le buone azioni
Che hai fatto.
Tu torturavi da specialista,
Paracadutista.

E sono arrivate le onorificenze,
Le decorazioni, le medaglie,
Per ogni palla ficcata in cuore,
Per ogni tacca,
Per ogni croce nera sulla tua lista,
Paracadutista.

Ma, purtroppo per te,
La tua guerra finirà presto :
Niente più massacri né battaglie.
E che ti ritroverai a fare?
È finito il lavoro da artista,
Paracadutista.

È un lavoro da mammoletta
Comandare a quelli che san leggere,
Specie quando hai imparato
Assieme a me quel che vuol dire
La parola "antimilitarista",
Paracadutista.

Non hai perso nulla del tuo talento,
E non fallisci un'imboscata;
Ma siccome non si tira sul serio
Lo trovi insipido.
È per questo che hai l'aria trista,
Paracadutista.

Ma se davvero ti rompe le scatole
D'esser pagato per non far niente,
Puoi sempre riciclarti
Dai tuoi fratellini.
Stanno arruolando in Polizia, credo,
Paracadutista.

Michelaise ha detto...

Per il rock, non seguo, ma invece Forestier, ah... le sue canzoni di Brassens...) e Linda Lemay, quale piacere del testo, ben detto, bene fatto !!
Il re-censimento, è "le recensement" ??? contare ma anche dare di nuovo un po di senso ???

 
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