mercoledì 25 febbraio 2009

I Tardigradi

giudizio: dell'inutilità dell'umano affannarsi
I Tardigradi sono degli "invertebrati protostomi celomati", ovvero degli animaletti grandi tra 1 e 15 decimi di mm. Non hanno apparato respiratorio, quello digerente è molto semplice, il loro sistema nervoso è basato su pochi gangli, e percepiscono il mondo esterno attraverso alcune cellule fotosensibili, e altri peduncoli fannno da organi tattili e chemiorecettori. La loro apparenza è abbastanza orrida (per approfonddire: http://www.tardigrada.net e http://tardigrades.bio.unc.edu/), ma non siamo qui per giudicarne l'aspetto esteriore, perché come scoprirete leggendo, le loro doti vanno molto oltre! I Tardigradi Sono stati congelati a -20° dallo scopritore, Lazzaro Spallanzani, che nel 1776 si stupiva di come alla fine del processo riprendessero vita. Ma poi si è scoperto che questi animaletti sono abituati a risvegliarsi dopo anche 120 anni passati nel permafrost, mica bruscolini... Così nel 1950, quando le capacità refrigeranti sono diventate maggiori, Paul Bequerel li ha tenuti per diversi giorni a -200°, e poi nell'elio liquido a -270°. Alla fine tornavano, tutti, vispi come prima.
Hanno provato a disidratarli completamente, cioè li hanno "liofilizzati". e tenuti per qualche anno lì, ma niente, appena gli si dà un po' d'acqua ecco che si riprendono. Non c'è verso: non muoiono.
Pertanto ci ha provato Raoul-Michel May. Per vincere la guerra si è messo d'impegno e li ha bombardati con un cannone a raggi X, con una dose (570.000 rad) 250 volte superiore a quella letale per qualsiasi mammifero (2.000 rad). Niente da fare, sempre vivi. Fino a quando Kunihiro Seki ha detto basta ed è riuscito a "schiacciarli" (meglio sarebbe dire "ipecomprimerli") con una pressa, a qualcosa come 6.000 atmosfere di pressionoe. Ma questi stupidi organismi pluricellulari vivivono normalmente anche a 6.000 metri nelle profondità oceaniche, a 600 atmosfere. Ma 6.000 sono un'enormità, è come se Maiorca fosse tornato vivo e arzillo dalla fossa delle Marianne (11Km). Ancora niente di fatto, nonostante le 6.000 atmosfere vincono loro: vispi come prima (si fa per dire: sono stati così battezzati da Spallanzani perchè molto lenti nell'incedere). Ok. Ora ci avete rotto, maledetti tardigradi! E così è nato il piano più diabolico. Altro che "esperimento scientifico": si è trattato dell'ultimo definitivo tassello necessario per capire come poter ucidere questi organismi, una "soluzione finale". Perchè apparentemente non esistono cause esterne in grado di annientarli. E così li abbiamo (gli scienziati dell'università Kristianstad) disidratati, messi su una navicella spaziale (la gloriosa FOTON-M3), e una volta in orbita li abbiamo buttati fuori. Nel vuoto cosmico, vuoto pressoché assoluto. E per di più, li abbiamo lasciati là fuori come tanti piccoli Major Tom per 10 giorni, perfettamente esposti alle radiazioni solari (senza creme filtranti o atmosfere terrestri di sorta a proteggerli: mille volte peggio che all'equatore). Immagino sia chiaro in quali condizioni abbiamo dovuto portare questi alieni per poterli sconfiggere. E infatti sono morti. Finalmente, doktor, abbiamo dimostrato che nessun animale (muschi e licheni si) riesce a vivere nello spazio! "Herr Professor... abbiamo un problema..." Reidratati con una banale goccia di acqua, tre esemplari della specie Milnesium tardigradum sono "sopravvissuti". Non solo, una volta risvegliati hanno pure ripreso a riprodursi normalmente. Come se niente fosse... beati loro
Questi esseri non hanno il dono della resurrezione (che pare sia attribuito invece ad una medusina già scoperta da un italiano 10 anni fa), ma sono portatori di una dote ancora più ammirevole, secondo me: il dono di fregarsene di tutto quello che viene inflitto loro. E' molto più di un security muscoloso con la maglietta "Non rompermi i coglioni", è come una versione zen di Superman ridotta a un mm di lunghezza. E alla fine i tardigradi dimostrano con la loro banale e neutra esistenza l'inutilità della ricerca (desiderio tutto umano) dell'annientamento di altri esseri viventi.

10 commenti:

siu ha detto...

Oddìo, prostrazone, sconforto, terrore... già mi vedo Scapagnini che, venuto a conoscenza della notizia, si appropria del simpatico animaletto il quale, scafato ma -ahimé- tardigrado, non ce la fa a sfuggirgli dalle mani, e viene immediatamente inoculato in chi sappiamo...
Nooo, aiutoooo, fatemi uscire da quest'incuboooooo!!!!!

trivigante ha detto...

Questa insistenza pervicace nella ricerca scientifica che si traduce in tortura e squartamento mi fa sempre pensare a bambini solitari che si dedicano al martirio floro-faunistico, per poi diventare scienziati. E poi penso a "L'uomo che cadde sulla terra".
Se un decimo dell'insistenza dedicata a questo tipo di ricerca fosse dedicato alla comprensione e alla cura, saremmo infinitamente più progrediti.

gnappolo ha detto...

Sinceramente (e senza voler offendere nessuno) penso che sia troppo riduttivo ragionare in termini strettamente "anti-vivisezione", come dimostrato proprio dai tardigradi. A me stanno simpaticissimi e li adoro, ma trovo anche ammirevoli gli sforzi di chi li studia. Capire come facciano a sopravvivere non solo appagaga la conoscenza dell'umanità, ma può aiutare la cura e la conservazione della vita (umana e non).
Nonostante il pippotto, alla fine per me sono troppo comici questii tardigradi, e anche gli scienziati che ne studiano tante (ma quante!!!) per decretarne la fine... penso potrebbe venirne fuori una striscia o un cartoon interessante...

trivigante ha detto...

Ehm, no, non volevo dire questo.
Volevo semplicemente dire che i tentativi di certe categorie di scienziati, comicamente distruttivi, assomigliano a certi comportamenti infantili dediti alla devastazione.
In entrambi i casi c'è uno scopo.
Detto questo, per testare un cosmetico non è sempre necessario spararlo neglio occhi di David Bowie...

Anonimo ha detto...

Io avrei legato una pietra sull'orlo di un dirupo a una trappola per tardigradi ACME. O, più semplicemente, usato la cara vecchia dinamite.

Besugo ha detto...

Pensierino

A seguito di una ipotetica inoculazione del simpatico animaletto, la mutazione genetica di chi sappiamo, potrebbe rivelarsi salvifica per una buona parte dell'italica specie.
I caratteri psicosomatici potrebbero fondersi ed in cambio dell'immortalità, il noto personaggio, potrebbe assumere i comportamenti degli ineffabili Tardigradi.

trivigante ha detto...

Uhm, caro Besugo, troppi condizionali per correre il rischio: e se invece di tramutarsi in Tardigrado il tizio sta benissimo e si attiva ancor di più, con insormontabile fastidio per noi? Rischiamo?

gnappolo ha detto...

Io invece penso che alla lunga sarebbe comunque interessante: Ci mettiamo in fila e ciascuno di noi gli può fare qualunque cosa, esporlo ai raggi gamma, menarlo mentre caga, liofilizzarlo, con la certezza che sarà sempre lì, pronto a prendersi qualche botta anche dal prossimo della fila.
Pagare caro e pagare a tutti.

siu ha detto...

Desidero innanzitutto salutare Besugo, che è una piacevole sorpresa incontrare anche qui.
Quanto all'ipotetico Tardusconi, nonostante alcune ipotesi indubbiamente allettanti condivido, alla fine, ciò che dice Trivigante, e resto della mia idea.
Anche perchè a volte è meglio farsi guidare dal puro istinto, e nessuno me lo toglie dalla testa, che una volta "inoculati" a lui... Zac: mutazione genetica con perdita di una vocale... noi!

Besugo ha detto...

Licenza per un saluto.

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Quando ogni luce è spenta
E non vedo che i miei pensieri

Un'Eva mi mette sugli occhi
La tela dei paradisi perduti

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