venerdì 6 giugno 2008

Il divo

giudizio: un tipo di cinema che sappiamo fare.
Dieci anni della vita politica e privata di Giulio Andreotti ovvero come è possibile fare un film su Andreotti senza diventare il Bagaglino.
Il film è strepitoso, meglio dirlo subito, girato in modo magistrale e mai banale, non concede nulla alle cretinate che da una vita danno il pane a Forattini e prende in considerazione dieci anni della vita politica e privata di Andreotti, dal 1991 al 2001, gli anni della grande sconfitta. Toni Servillo è al livello del migliore Gian Maria Volontè dei film politici e interpreta i toni monocorde del grande battutista senza mai scivolare nell'avanspettacolo, come sarebbe facile.
Il film, com'è giusto e sensato, non risolve nulla, lascia del tutto aperta la questione se il senatore sia il grande vecchio diabolico della politica italiana o un uomo cinico e sprezzante, dotato di sufficiente intelligenza politica. Propone però un'interessante chiave di lettura della figura di Andreotti, vale a dire un uomo di umili origini proteso con tutte le sue forze verso il riconoscimento culturale più che verso il potere in sé stesso, anche se la cosa - realisticamente - fa un po' a pugni con gli impresentabili, Pomicino, Sbardella, Ciarrapico, della sua corrente.
Due scene sopra tutte (il presunto bacio appiccicaticcio con Riina, Andreotti e la moglie che guardano Renato Zero alla televisione con reciproco scambio di affetto) e una battuta, tra tante: "E' pur vero che nostro Signore ci raccomanda di porgere l'altra guancia ma è altrettanto vero che, saggiamente, ci ha dotato di sole due guance". Unico neo, tecnico, del film: le scritte esplicative in rosso, che senza dieci decimi e un cinema ad alta risoluzione risultano francamente illeggibili. Averne, di film così.

2 commenti:

gnappolo ha detto...

...quando la recensione è talmente bella che da sola vale lo sforzo di andare al cinema... e se il film vale anche solo la metà è uno sforzo che si ripaga da sé.
Bravo al recensore: è così che si vola al cinema!

siu ha detto...

Solo adesso mi sono accorta della finezza estetica della foto abbassata, e quindi immersa fra le righe dello scritto a simulare una continuità con i banchi parlamentari...

 
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