martedì 7 ottobre 2008

La scelta della sede.

giudizio: oltraggioso.
Che si sia un governo o un'industria, un partito, una casa di moda, un dittatore, un geometra arricchito o un ente statale, la scelta della propria sede risulta essere decisiva per l'immagine e il significato che si vuole dare all'esterno della propria azione. La cosa è più che nota, ai consci e agli inconsci, tant'è che nessuno si sottrae alla ferrea legge: una sede ammirata, riverita, imponente il giusto, trasmette direttamente a chi la sede la occupa ammirazione, riverenza, imponenza, garanzia di buona attività, quale essa sia. E non a caso, ancora, si sceglie spesso prima la sede del nome, o prima la sede di tante altre cose, solo apparentemente più importanti.
Eccezionali alcuni casi esemplari, nei quali la sede scelta è diventata sinonimo di ciò che vi sta dentro: La Santa Sede, sede per eccellenza e inarrivabile, o il Cremlino, il Pentagono, la Casa Bianca e, nel suo piccolo, il Quirinale. Oppure, in politica o in affari, Mirafiori, Piazza del Gesù, Botteghe Oscure, Palazzo Marino, l'8 di Downing Street e così via. In altri casi, la scelta della sede fu talmente azzeccata da riversare sugli occupanti caratteristiche virtuose non necessariamente meritate: ad esempio, il palazzo di vetro dell'ONU, oppure la sede lacustre dell'ENI all'EUR, simboli di modernità e di efficienza. E poi che dire delle sedi diventate leggendarie nell'immaginario collettivo? La Bat-Caverna, per esempio, o gli studi della EMI ad Abbey Road, con tanto di mela, oppure ancora la Moneda di Allende a Santiago, e che dire del deposito cubico di Paperone o della reggia di Versailles? Nel suo piccolo, anche il modesto ma significativo contribuente sceglie di costruirsi una sede adatta alle proprie ambizioni ed è per questo motivo che sorgono le villette neo-geometra su collinetta che nasconde parcheggio e taverna, a fianco del capannone dell'aziendina, nel panorama omogeneo della pianura padana. Insomma, scegliersi una sede adeguata è il primo passo per un successo durevole e robusto, ricco di gratificazioni e di entrate pecuniarie, non c'è dubbio.
E' alla luce di tutto questo che va vista la decisione di D'Alema di posizionare la sede della sua neonata RED TV (canale 890 di Sky, guidata dalla baledda Annunziata) nel seminterrato di Palazzo Grazioli a Roma. Il riverbero dei piani superiori, sia in fatto di politica che di televisione, garantisce la riuscita dell'impresa nei piani bassi. Bravo a D'Alema che ha compreso l'importanza di avere una sede adeguata alle proprie ambizioni. E poi potrà sempre chiedere consiglio all'inquilino del piano di sopra, oltre allo zucchero.

2 commenti:

gnappolo ha detto...

Recensione suprema, caro T! Per sintesi, apertura di vedute, forza e immediatezza. E c'è pure la triste attualità...
Sei decisamente un geio, poi, quando descrivi il fenomeno (l'effetto che la sede prescelta ha sugli altri) semplicemente citando un elenco di sedi. Sei diabolico e irresistibile.
Aggiungo il mio piccolo elenco personale di sedi significative: il fortino-a-cassaforte di Paperone (ha un nome?), la stazione ferroviaria di qualsiasi paese con meno di 10mila ab., e tutte le nostre residenze, specchi delle nostre anime meravigliose.
Grassie davero, amico T, grassie!

Grandesacchetto ha detto...

Ecco un fatto poco noto e surreale, come solo Dalema sa donarci.

 
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