venerdì 13 aprile 2007

le vite degli altri

giudizio: nessun informatore della stasi
Una mattina il compagno Honecker va alla finestra e saluta: "Ciao sole". E il sole risponde: "Ciao compagno Honecker".
A mezzogiorno, il compagno Honecker va alla finestra e saluta: "Ciao sole". E il sole risponde: "Ciao compagno Honecker".
Al tramonto, il compagno Honecker va alla finestra e saluta: "Ciao sole". Non risponde nessuno. Allora il compagno Honecker ripete: "Ciao sole". Nulla. Il compagno Honecker grida: "Ciao sole!". E il sole finalmente risponde: "Baciami il culo, compagno Honecker! Sto tramontando, sono già al di là del muro".
Berlino, 1984, film molto bello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Film che, secondo me, è anche qualcosa di più che molto bello.
E Ulrich Muehe, l'attore protagonista, proprio non doveva farcelo, il pessimo scherzo di morire...
Lo sapevate che ha cinque figli?
Ricordavo, e l'ho ritrovata, una sua intervista a Die Zeit sul tema dell'infanzia. Dice: "un'infanzia come quella che ho avuto io non esiste più. Noi a mezzogiorno sbattevamo le nostre cartelle in un angolo e sparivamo fino a sera nel bosco di Grimma (DDR). D'estate facevamo il bagno nel laghetto della cava di pietra, senza istruttore di nuoto nè controllo di qualità dell'acqua, e poi ce ne andavamo per i prati, domandandoci: e adesso? Una battaglia sulle biciclette nell'incrocio deserto? O ci fumiamo qualche sigaretta ricavata dalle canne del canneto... O magari mettiamo una monetina sulla rotaia e aspettiamo che passi il treno... oppure andiamo a bighellonare in giro annoiandoci un po'? E proprio quell'abbandonarsi alla noia: che lusso! Mia figlia undicenne ha già il telefonino, ed esattamente questa prospettiva di lontananza attraverso il telefono produce sensazioni di claustrofobia.
..........
Alla luce del tipo di evoluzione dgli ultimi 50 anni, le prospettive per i bambini sembrano tutt'altro che rosee. Se continuiamo così, la possibilità stessa che continui ad esistere qualcosa di simile all'infanzia è destinata a svanire".
Alla luce anche solo di queste parole, la sua interpretazione nel film mi sembra ancora più significativa: delicata, sensibilissima e profonda com'era.
Mi resta, forte, la sensazione come di aver perso un tesoro un attimo dopo averlo avuto per la prima volta tra le mani.

trivigante ha detto...

Sottoscrivo tutto, l'idea che il prezioso Muehe ci sia scivolato di mano calza perfettamente e (mi) colpisce nel segno. Glaciale e spietato all'inizio, è riuscito a rendere evidente la sua metamorfosi interna e fisica fino all'umanissima e generosa conclusione. Grazie per l'intervista.

 
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